Dimentico sempre gli anni in cui succedono le cose. Mi chiedono Da quanto tempo sei a Roma? E io non mi ricordo, dico Boh, più di dieci anni. Per ricordarmi vado a cercare indizi sul blog, su Instagram, nelle mail. Sono a Roma dal 2006. Lo scrivo qui così lo ritrovo facile. Quando sarò vecchia (tra molto poco) e racconterò cose di quando ero giovane, non potrò essere accurata come certi anziani che ti dicono ERA IL 1932.

Questo anno, però, eh, questo anno. Questo anno spacca in due la mia vita, tra il prima e il dopo. Avanti M. e Dopo M. I miei primi quarant’anni con, e quelli dopo, quelli senza. Per ora siamo ai primi sette mesi senza. Ci penso sempre. Quando non ci penso per un po’ e poi ci ripenso, fa più male. Conviene pensarci sempre, almeno non ci sono picchi. Ho un braccialetto tuo, al polso, ormai l’unico gioiello che porto. Così lo guardo e non mi capita che non ti penso, che poi sono cazzi. Ogni tanto ovviamente piango. Più spesso ti penso senza piangere, ti penso e basta. Ti sogno spessissimo e facciamo cose, di solito sei contenta, sorridi come l’ultima volta che mi hai sorriso. Quando succede qualcosa di particolare nel mondo ti parlo nella mia testa e dico Hai visto che storia? Ti rendi conto? Quando sento una canzone nuova penso Questa ti sarebbe piaciuta sicuro, peccato.

Una vita fa, la vita del prima, ti avevo detto che non mi andava che mi leggessi il blog, ma tu lo facevi lo stesso e poi mi giudicavi tutte cose come sempre. Adesso spero che tu lo legga ancora. Chissà se c’è Internet.